IL castello di Ceglie Messapico

Su uno dei due colli su cui sorge Ceglie Messapico, ad un’altitudine di poco più di 300 mt sul livello del mare, si erge il castello, circondato tutto intorno dai vicoli e dalle abitazioni del borgo medioevale di un bianco abbagliante.
La costruzione salda e imponente si configura esternamente come un agglomerato di torrioni cilindrici collegati da cortine murarie su cui sorgono sovrastrutture posteriori; su tutte le altre parti domina un Mastio quadrangolare alto  34 metri, coronato da un cornicione molto sporgente, munito di merli, barbacani e piombatoi e  a ridosso di questo c’è una torre più bassa quadrangolare. Internamente i vari ambiente si articolano intorno ad un cortile centrale nel quale si ammira  una bellissima scala  addossata alla muratura che porta al piano superiore. Probabilmente la costruzione della parte più antica del castello risale all’inizio dell’XI secolo,  al tempo della baronia di un tal Sirepagano, la cui esistenza è comprovata da un rogito del tempo,  riportato  nel “Libro Rosso di Ostini”. Chiaramente riportato a questo periodo è il torrione quadrangolare che si  trova a sinistra dell’ingresso attuale del castello al quale si accedeva allora mediante un ampio portale. La baronia del Sirepagano  durò fino al 1120, quindi il feudo passò ai Drimi che lo conservarono fino a quando non fu aggregato al principato di Taranto.
Verso la fine del XIII° secolo Carlo II d’Angiò diede come dote il feudo di Ceglie Messapico alla figlia Eleonora per le nozze con  il Barone Filippo De Tuzziaco.
Questi in seguito non avendo avuto figli donò il feudo alla curia Vescovile di Brindisi. Nel 1361, come si apprende da un atto notarile, l’Arcivescovo Pino vendette il feudo a Francesco Sanseverino che fu investito dal titolo di Duca cosi’ Ceglie Messapico da Baronia si trasformò in Ducato. Il Duca Francesco fece costruire a ridosso della Torre il Mastio altissimo coronato da merli e munito di piombatoi, la cui costruzione fu portata a termine verso la fine del 1400 dal figlio di Francesco Fabrizio, che sistemò il cortile interno aggiungendo un passaggio sotterraneo segreto che conduceva da via Maddalena a  Piazza Vecchia sulla cui  porta è ancor oggi visibile lo stemma della Casa Ducale.
A Fabrizio morto ancor giovane, nel 1492 successe suo figlio Giovanni. Questi ampliò notevolmente il Castello infatti, come si apprende dalla iscrizione  nella porta d’ingresso della sala del consiglio nel  1525, venne ultimata l’ala destra parte principale di tutto il complesso. Così la fortezza venne  trasformata completamente in una elegante dimora signorile.