Leggendo il libro Cuore - Un tratto generoso

Al rientro a scuola, il maestro non era ancora entrato in classe, quando dei ragazzini approfittarono di un povero ragazzo, prendendolo in giro. Questo ragazzo, Crossi, stava a sentire fino a un certo punto, ma gli altri continuavano a stuzzicarlo: un altro compagno di classe salì su un banco, prendendo in giro la madre di Crossi, il quale perse la testa, prese un calamaio e glielo scaraventò addosso ma non lo prese. Il calamaio arrivò addosso al maestro, il quale domandò chi fosse stato ma nessuno rispose e così Garrone disse che era stato lui per prendersi la colpa e proteggere Crossi. Il maestro non ci credette e invitò la classe a dire la verità perché il colpevole non sarebbe stato punito. Crossi ammise di esser stato lui, che l’aveva fatto per difendersi. Il maestro lo tranquillizzò e rimproverò tutti quelli che lo avevano provocato ed insultato.
Rosanna Faggiano

In una classe stavano bullizzando un ragazzo dai capelli rossi, Crossi. Gli gettavano le bucce delle castagne e le erbacce e lo sbeffeggiavano. Lui per risposta lanciò il calamaio e colpì il maestro. Il maestro chiese chi fosse stato e promise che il colpevole non sarebbe stato punito.
Chiara Quarta

In una classe il maestro rimproverò Garrone che arrivò un po’ in ritardo. Gli altri alunni insultavano Crossi e gli facevano i dispetti, insultando anche la madre. Il maestro chiese di chi fosse la colpa e se la prese Garrone, mentre i colpevoli erano altri quattro. Alla fine il maestro li perdonò e difese anche il povero Crossi da insulti e minacce. A me dispiace molto del ragazzo che hanno insultato.
Sabrina Caragnulo

Una mattina si presenta Garrone. Un momento prima si era presentata l’insegnante di scuola superiore per chiedergli a che ora potesse andare a casa sua. Il maestro non era presente quando iniziarono a sbeffeggiare il povero Crossi, lanciando scorze di castagne addosso e addirittura un calamaio, schivandolo per fortuna e facendolo finire sul petto del maestro, che entrava nella stanza. Il povero Crossi si sentiva bullizzato, il maestro volle sapere a tutti i costi che fosse stato e si alzarono quattro compagni, dichiarando di essere loro i colpevoli. La storia finisce che nessuno sa chi sia stato veramente. Nessuno deve essere bullizzato, prendersi delle colpe (Garrone), ma bisogna assumersi le proprie responsabilità, senza dare le colpe a nessuno, cercando di essere razionali e obiettivi.
Monica Spagnolo

Oggi 20 Ottobre abbiamo letto un articolo riguardante il bullismo, che non è una cosa che va bene. Per esempio, da quello che abbiamo letto, insultano Crossi facendogli scherzi strani e lui secondo me dovrebbe essere aiutato, perché le persone deboli andrebbero aiutate.
Cosimo Greco
 

Il testo racconta di un povero ragazzo di nome Crossi, che aveva i capelli rossi e un braccio morto e sua madre vendeva erbaggi. Veniva tormentato da quattro ragazzi che gli davano dello storpio e del mostro, allora lui per vendicarsi gli lanciò un calamaio che colpì però il maestro. Garrone si prese la colpa e alla fine il maestro rimproverò chi aveva provocato Crossi, per poi perdonarli. La morale della storia è che il bullismo è un atto provocatorio che non deve fare parte della vita e che non serve essere superiori agli altri.
Andrea Monferrini

Quando feci ingresso nella scuola, in classe non c’era il maestro e i ragazzi tormentavano il povero Crossi. Lo schernivano buttando delle scorze di castagne, allora lui cominciò a tremare dalla rabbia e lanciò un calamaio che però andò a colpire il maestro. Il maestro chiese chi fosse stato e Garrone impietosito disse che era stato lui. Il maestro capì che non era sua la colpa e chiese al colpevole di alzarsi. Crossi si alzò e disse piangendo che lo stavano colpendo e insultando. Il maestro chiese a quelli che avevano infastidito Crossi di alzarsi, li rimproverò e poi li perdonò.
A. P.

Il povero Crossi aveva i capelli rossi, veniva insultato, gli buttavano addosso le righe e le scorze di castagne e gli davano dello storpio e del mostro. Allora Crossi per difendersi lanciò il calamaio che colpì il maestro. Allora il maestro chiese chi fosse stato ma nessuno rispose, quindi gridò più forte e Garrone si alzò per prendersi la colpa. Il maestro disse che non sarebbe stato punito nessuno e chiese di alzarsi a quelli che avevano provocato. Si alzarono in quattro e il maestro li perdonò.
Simona Coppola

Si diede a conoscere Garrone. Il maestro non c’era ancora e tre o quattro ragazzi tormentavano il povero Crossi, lo stuzzicavano, gli buttavano le scorze di castagne, gli davano dello storpio e del mostro. Egli tutto solo stava in fondo al banco a sentire, guardava l’uno o l’altro supplicandogli che lo lasciassero stare. Diventò rosso per la rabbia perché lo beffavano. Ad un tratto Franti salì su un banco e scimmiottò la mamma di Crossi, che era malata. Crossi afferrò un calamaio, glielo tirò e colpì il maestro che entrava. Il maestro domandò chi fosse stato, ma tutti fecero silenzio e nessuno rispose. Allora Garrone disse di esser stato lui ma il maestro non gli credette e disse al colpevole di alzarsi e che non sarebbe stato punito. Crossi si alzò piangendo e disse che lo insultavano. Il maestro disse di sedersi e chiese di alzarsi a quelli che lo avevano provocato. Si alzarono in quattro e il maestro gli disse: “Voi avete insultato il compagno, avete commesso un’azione bassa”. Dopo mise una mano sotto il mento di Garrone che stava col viso abbassato, gli fece alzare il viso e disse: “Sei un’anima nobile”. Garrone voltatosi verso i quattro colpevoli e disse che li perdonava. La morale è che il bullismo fa parte della storia e non bisogna essere superiori a se stessi. Ci vuole un bravo maestro che li perdoni.
Daniela Cappello

Garrone si ebbe a conoscere. Il maestro non c’era e quattro ragazzi tormentavano il povero Crossi che ha un braccio morto buttandogli castagne. Ad un tratto Franti salì sul banco, allora a Crossi parte la testa, afferra il calamaio e glielo tirò in testa. Franti fece civetta e colpì il maestro.
Angelo Belligiano

Questo ragazzo era preso in giro dai compagni e lui per quanto si arrabbiò, lanciò il calamaio e prese il maestro che stava entrando in quel momento. Il maestro, che era un maestro in gamba, chiese chi fosse stato e un ragazzo lo difese. Poi il ragazzo piangendo disse di esser stato lui, ma il maestro capì e disse: “Chi è stato?”, quattro si alzarono col capo chino e il maestro li punì dicendo: “Voi avete schernito una creatura umana che non si può difendere”. Andò quindi fra i banchi dal ragazzo che lo aveva difeso e messa la mano sotto il suo mento, alzandogli la testa disse: “Tu sei un’anima nobile”. Io sono stata coinvolta nel bullismo, è stato brutto da una parte ma poi lasciavo perdere perché dicevo così capiscono.
Maria Concetta Tondo

In classe entra un nuovo alunno Garrone. Alcuni ragazzi fanno del bullismo contro un ragazzo debole, con un braccio inutilizzato, che pende senza vita. Al sentir insultare anche la madre, esplode la rabbia contro quei bulli e lancia la boccetta dell’inchiostro che colpisce il maestro. Interpella quindi la classe chiedendo: “Chi è stato?”. Si alza Garrone e dichiara di essere stato lui. “Non è vero” gli risponde il maestro. Poi chiede ancora “Chi è stato?” e dichiara di essere stato lui e perché. Il maestro dice che hanno commesso l’atto più basso e vergognoso che si possa immaginare, però poi li perdona.
Ma questo racconto si evince che il bullismo nelle scuole elementari sussiste tutt’oggi. Ci vuole un bravo maestro per prendere in mano la situazione e venire a capo della faccenda e che la gestisca in maniera da poterli perdonare.
Giusy Sapegno