Come è nato il gioco degli scacchi?

Anticamente, e quasi contemporaneamente in diverse parti del mondo, sono stati inventati rudimentali giochi da tavolo, sicuramente apparentati con gli scacchi moderni. 
Probabilmente il gioco risale al 400 D.C., quando in India, con il nome di Chatur-Anga, si inventò un gioco che significa quattro armate: elefanti, carri, cavalleria e fanti. Per non perderci in luoghi, date, personaggi, ricordiamo soltanto líegemonia degli Italiani nel periodo rinascimentale, durata fino al XVII secolo. Già dal Rinascimento abbiamo veri giocatori professionisti dediti a girare l'Europa presso le corti di principi e mecenati, gareggiando contro i più forti giocatori locali per ingenti somme di denaro. I primi nostri grandi giocatori furono Paolo Boi, detto il Siracusano, e Leonardo da Cutro, soprannominato il Puttino per la sua bassa statura.
Bella la leggenda sullíorigine degli scacchi che vede nel 600 D.C. il più potente e ricco re, il persiano Khusraw, annoiarsi mortalmente, tanto da minacciare i suoi cortigiani di decapitazione se non avessero posto rimedio. Un giovane dignitario, Sissa, si presentò al re con un tappeto coperto da 64 caselle e con delle figurine scolpite (soldati a piedi, a cavallo o su pachidermi). Dopo aver sistemato i pezzi gli spiegò le regole del gioco. Il re, entusiasta del gioco, offrì a Sissa qualsiasi ricompensa desiderasse. Il geniale scacchista chiese soltanto qualche chicco di grano: uno per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e cosÏ via, raddoppiando fino alla 64ma. Il regno persiano rimase senza grano: i chicchi erano 2 elevato alla 64ma.

Paola Rasenti

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