Fiumi di parole 28/04/2021 (3)

Un giorno d’estate, mentre il sole scaldava le ore più calde, decidemmo di andare al mare, così da riuscire a rinfrescarci in acqua e a rilassarci un po’ al fresco dell’ombrellone. Il mare era affollato di barche a vela e la musica si alzava in lontananza. Mi chiesi come mai, in un tranquillo giorno di giugno, ci fosse così tanta gente: i lavoratori a costo di stare un po’ al sole, iniziarono a lavorare con il PC sulla spiaggia, non come i parlamentari scansafatiche e nullafacenti. Ad un certo punto, iniziò a scendere una leggera pioggia e la spiaggia cominciò a svuotarsi. Signore e signori iniziarono a ripararsi sotto al balcone dove sorgeva il tabacchino; iniziarono a parlare di stato e governo mentre io ne approfittai per acquistare del sale e un francobollo. Pensai che, nella fretta di evadere dalla spiaggia, dimenticammo l’ombrellone: avremmo dovuto portarlo sicuramente dall’ombrellaio. Come pensai a quest’ultimo, sentii l’annuncio dell’arrotino, mi chiesi chi è che avrebbe avuto bisogno di lui in un momento del genere.

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