Scopriamo l'Acaia

Spesso, per capire come vivevano i nostri antenati, si và alla ricerca di testi scritti: a volte si può sapere molto” leggendo le pietre”sulle quali essi vivevano.
Con le mie amiche abbiamo visitato Acaya, una piccola frazione di Vernole, l’unica cittadina fortificata rimasta indenne.
Nel XII secolo fu denominata Segine e nel 1294 re Carlo II d’Angiò concesse il feudo a Gervasio dell’Acaya che era un valoroso crociato di origine greca.
 Nel 1506 Alfonso dell’Acaya fece costruire due torri. Alla sua morte il figlio primogenito ereditò i casali della famiglia e per conto dell’imperatore Carlo Gian Giacomo, FoV e per don Pedro de Toledo realizzarono innovazioni difensive per rendere la città di Acaya inaccessibile. Gian Giacomo sostituì il nome di Segine con quello di Acaya
L’abitato nel 1535 fu ristrutturato, fortificato e riordinato urbanisticamente all’inizio da Alfonzo dell’Acaya e poi dal figlio Gian Giacomo, ingegnere militare di Carlo V e feudatario dell’Acaya, da lui il nome.
Il borgo era circondato da possenti mura e da un ampio fossato; le mura di forma quadrangolare con tre baluardi. Sulla parte superiore delle mura vi era un camminamento di ronda per le guardie; tre dei quattro angoli sono muniti di bastioni, mentre nel quarto è posto il castello. Tutto intorno sono state costruite delle casermette, quindi il borgo era ben fortificato. L’obiettivo della fortificazione era che la struttura fosse in grado di accogliere 1500 abitanti e avesse le strutture, le risorse umane e alimentari per poter affrontare un assedio.
All’entrata nell’arco è rappresentata l’arma di Alessandro de Monti. Lo stemma dell’Acaya è visibile sul lato destro mentre su quello sinistro c’è lo stemma della famiglia Vernazza, i feudatari del borgo. Al centro sulla sommità è posta la statua di Sant’Oronzo, il santo patrono, subentrato a Sant’Antonio Abate.
Superata la porta si apre un ampia piazza, una delle tre che si succedono una dietro l’altra in diagonale questa e quella militare;  da qui attraverso un ponte che scavalca il fossato si entra nel cortile del castello dove si affacciano l’ingresso che conduce alle carceri.