Polignano a mare

Il nucleo più antico della cittadina di Polignano a mare sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare adriatico. L'economia del paese è basata sul turismo, l'agricoltura e la pesca. Di notevole interesse sono le sue grotte marine e storicamente importanti sono il centro storico e i resti della dominazione romana come il ponte della via traiana.Polignano a mare ha ricevuto il riconoscimento della bandiera Blu  in relazione per la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.Il territorio è caratterizzato per la sua costa alta e a tratti frastagliata, sulla quale hanno sbocco numerose lame. Una di queste, è chiamata "Lama Monachile" . perchè in passato vi si è attestata la presenza della foca monaca. Essa  è una  profonda insenatura,e, lungo la costa ci  sono numerose grotte marine fra cui la Grotta delle Rondinelle. Il clima è mediterraneo con inverni miti e piovosi  ed estati calde, lunghe e assolate con qualche breve episodio temporalesco. Il paese ha una storia molto  antica, come in tutta l'area del sud-est barese. Secondo alcuni studiosi, l'antica città greca di Neapolis potrebbe essere una delle due colonie che nel VI secolo a. c. Dionigi II di Siracusa fondò sulle coste adriatiche. Come detto, i segni più evidenti della presenza dell'uomo risalgono al neolitico. Indagini archeologiche hanno rivelato l'esistenza di un villaggio risalente all'età del bronzo. Nel II millennio a. c., l'approdo degli iapigi spinse gli abitanti dei villaggi a trasferirsi nella zona dell'attuale centro storico. Agli inizi del III secolo a. c. la zona di Polignano divenne importante punto strategico per la potenza di Taranto, con cui aveva intessuto rapporti commerciali dal vescovo, Monsignore Mattia Santoro, nel 1785. Il vescovo rinvenne un sepolcro molto grande, contenente oltre allo scheletro del guerriero, i resti di un'armatura, un candelabro, un elmo in bronzo e più di 64 tra vasi  ed oggetti antichi. Sir William Hamilton, ambasciatore inglese a Napoli visitò il sepolcro denominandolo "gran mausolèe" i reperti vennero donati dal vescovo Santoro al re  Ferdinando IV  che li collocò nel real museo di Capo di Monte. In particolare su un vaso denominato gran vaso di capo di monte,  è raffigurata nela parte centrale un'assemblea di divinità: Minerva, Apollo, Artemide e Eracle mentre sul collo vi è  un carro trainato da quattro bellissimi cavalli bianchi, preceduti da Ecate  che solleva due torce per aprire la  nelle tenebre. Oggi questo reperto, si custodisce  presso il metropolitano Museum di New York. Polignano  fu per i romani un fiorente centro di traffici commerciali,perchè la sua strada  collegava Roma a Brindisi. Nel VI sec, esso  fu sotto la giurisdizione dell'impero  bizantino,e,  con l'avvento dei normanni il prestigio del paese crebbe, grazie anche all'opera dei benedettini, presenti con due monasteri. La dominazione Angioina rese ancora più fitti i rapporti commerciali con altri centri costieri. Nel XVI secolo anche Polignano rientrerà sotto il dominio veneziano per vent'anni. Questa storia, è presente nel centro storico con il palazzo del Doge dove risiedeva il governatore veneziano. La chiesa matrice intitolata a Santa Maria Assunta è affacciata sulla piccola piazza cuore del centro storico e all' interno sono custodite alcune opere attribuite allo scultore Stefano da Putignano come  l'importante polittico della Madonna con Bambino e Santi. La Lama Monachile ( o Cala Ponte) è stata costruita in età borbonica e sorge sull'antica via Traiana ed è il panorama più suggestivo del paese. Nel 1997 il ponte è stato completamente ristrutturato. L'arcomarchesale, conosciuto anche come porta grande, è una cinta muraria effettuata nel 1530 e poi diventata nel 1780 unica via di accesso al paese, sulla volta a botte dell'arco marchesale è visibile una tela  rappresentante la crocifissione di Cristo.