Il piccolo borgo di Patù

In una bella giornata di ottobre, la Redazione "Fiori di Carta", accompagnata dal Signor Marcello Monferrini, si è recata a conoscere Patù, un piccolo paese della provincia di Lecce. Sorge presso l'antica città messapica di Veretum e conserva i resti della notevole costruzione megalitica delle centopietre. Il comune si affaccia sul mare Ionio per circa 3 km con le località, felloniche torri di S. Gregorio. L'intero territorio  è caratterizzato dalla macchia mediterranea e si trovano varie specie d' orchidee selvatiche, piante di timo e mirto. Conserva antichi monumenti, dall'inestimabile valore estetico e tradizionale, come le  "pajare". Il territorio, sin dall'antichità ha ospitato l'importante città messapica di Vereto distrutta dai saraceni nel IX secolo d.c. L'invasione saracena venne tuttavia sventata dal re di Francia Carlo il Calvo durante la battaglia del 24  giugno 877. Dalle rovine del centro messapico venne fondato Patù e,  secondo la tradizione, nel 924  alcuni superstiti veretini  si spostarono a valle. A ricordo della vittoria venne edificata la chiesa di S. Giovanni Battista, la cui memoria ricorre proprio il 24 giugno. Si presume che il nome Patù derivi dal termine greco pathos (patimento-dolore) in  quanto ricorderebbe le sofferenze della città  di Vereto (Veretum). Secondo altre ipotesi, essendo un granaio dove i veretini riponevano le vettovaglie, ebbe il nome del custode: Verduro Pato. La chiesa madre di S. Michele Arcangelo venne eretta nel 1564 su progetto dell'architetto Neretino Francesco Centolanze, il prospetto è costituito da un rosone sul portale d'ingresso su cui è riportata la discussa iscrizione "terribilis est locus iste". L'interno è una navata unica con altare maggiore e quattro altari laterali dedicati a San Michele Arcangelo, a San Francesco d'Assisi, alla Madonna del Rosario e alla Madonna del Carmine. Nel 1723 è stato posto l'organo a 25 canne sulla cantoria, situata sopra la porta d'ingresso. Il campanile, a pianta quadrata, fu ricostruito nel 1940 e accoglie cinque campane, di cui la più antica è datata 1752.
L'edificio nella sua struttura architettonica rispecchia lo stile romanico bizantino, questo monumento edificato tra il X e XI sec. con lastroni provenienti da edifici dell'antica città di Vereto, custodisce  nel suo interno alcune testimonianze monumentali  e calcaree di questa città. L'episodio immortalato della costruzione di tale chiesa si riferisce alla terribile battaglia combattuta tra cristiani e saraceni il 24 giugno dell'877 d.c. alla periferia di Patù, nella vasta piana denominata attualmente "campore ai piedi di Vereto"; la chiesa della Madonna di Vereto venne edificata agli inizi del XVII secolo dal principe Zunica, signore di Alessano, presenta una  semplice facciata, gli unici elementi decorativi sono rappresentati da una croce e dal piccolo campanile a vela posti sulla sommità. Interessante è l'iconografia di San Paolo raffigurato con  una spada intorno alla quale sono attorcigliati due serpenti. 

Vereto, un'antica città messapica situata a poca distanza dal centro abitato di Patù, fu costruita sull'omonima collina e fu importante centro per il commercio, sia con la Grecia che con la Magna Grecia. A tale proposito, i cittadini di Vereto costruirono un porto nella vicina baia di San Gregorio, divenne municipio romano e poi fu rasa al suolo nel sec. IX ad opera dei saraceni; di tale centro rimangono le fondamenta delle mura che cingevano la città e diverse sepolture. Centopietre è un  monumento funerario nazionale dichiarato di seconda classe nel 1873 e databile al sec. IX. Esso venne edificato come mausoleo sepolcrale del cavaliere geminiano, messaggero di pace trucidato dai saraceni subito prima della  battaglia finale tra cristiani e islamici del 24 giugno 877.

Patù ha dato i natali a Liborio Romano(1793-1867),ministro dell'interno e prefetto di polizia nel 1860 del Regno di Napoli, e  Vinicio Capossela (1965)  cantautore e polistrumentista, è  cittadino onorario dal 2011.
La  marina di San Gregorio è una frazione del comune e centro balneare dello stesso, ospita resti visibili della città di Vereto, come una scalinata di origine messapica, un pozzo per il rifornimento di acqua fresca e un porto ancora visibile a pochi metri di profondità. La marina è situata sulla punta dell'insenatura fellonica ed è una località costiera presente nell'estremo sud del territorio di Patù, al confine con il comune di Castrignano del Capo. L'economia è basata principalmente sull'agricoltura e piccole imprese commerciali, considerevole è la produzione d'olio extra-vergine d'oliva, e poi lungo la costa è sviluppato il turismo balneare.