Satira è democrazia

La difesa della satira oggi è un argomento di grande attualità, ci si domanda se essa debba avere dei limiti sanzionati, molti snaturandola del suo significato intrinseco, la confondono con l’insulto. Secondo me la satira non dovrebbe mai avere nessun tipo di limite da parte di chi ne fruisce, l’unico limite accettabile è quello che chi ne è autore dà a se stesso. Qualcuno ha detto “la satira è  il sale della democrazia” e questo è vero, ma è secondo me molto di più; essa è occasione di riflessione, di confronto, di discussione. L’ironia, il paradosso, il sarcasmo di cui si serve aiutano a cambiare la prospettiva delle cose, con la satira sicuramente non ha spazio il “pensiero unico”, ma c’è spazio per la pluralità anche a volte dissociative e questo è indubbiamente positivo. È ovvio che siamo noi a scegliere quale satira va bene per noi, e quale rifiutare perché volgare o pesante o eccessiva, ma si tratta qui di scelte individuali, che nulla hanno a che fare con limiti istituzionali o imposti dall’alto.

Nel linguaggio popolare viene espressa come "lu stingu", cioé un modo di lusingare la gente; al contrario dell'ironia che nel linguaggio popolare viene espressa come "lu ngiuru", l'epiteto del soprannome; linguaggi questi di simpatizzare la realtà.

Occorre osservare che la satira come l'ironia può essere rappresentata con linguaggi visivi, facili a memorizzare i contenuti di episodi trascendenti. Chi si trova a mettere in dubbio qualche argomento usa la satira. Sapere che essa rientra nei linguaggi di espressione, come la libertà di stampa e di pensiero, tutelati dalla Costituzione della Repubblica Italiana, si deve anche sapere che essa come gli altri linguaggi deve scontrarsi con gli ostacoli della censura.

Ogni occasione nei dibattiti esalta la satira come modo di sminuire le diverse circostanze in cui essa si propone. La satira come il sarcasmo limita le intenzioni intellettuali degli uomini placidi al contrario dell'ironia che li estende.

Un esempio di satira potrebbe essere questo: "Occhio per occhio, dente per dente"; un esempio di ironia potrebbe essere: "Chi vuol essere lieto sia, del domani non c'è certezza". Così la satira risponde a domande del tipo: "come fare", mentre l'ironia risponde a domande del tipo "come vorresti fare". Ci sarebbero altri innumerevoli esempi sempre nei limiti del rispetto reciproco personale e collettivo.

Essa, la satira, colpisce anche un altro linguaggio come "il mito" usato nelle potenti espressioni umanistiche, ma non coercitive.

Per concludere posso dire soltanto che anche se unitamente offensiva, essa riunisce in se enfatici e arditi corollari di riferimento di ispirazione motivante.