Visita guidata alla città di Melfi e Venosa

 

Ho partecipato alla gita di Melfi e Venosa nonostante le gravi problematiche familiari. La famiglia per la prima volta mi dato il permesso di allontanarmi da casa per due giorni per darmi la possibilità  di distrarmi e rilassarmi.  
Mio fratello Cristian mi ha accompagnato al "Galateo" di San Cesario e qui mi sono unita al gruppo di Lequile e Lecce.
Lungo il percorso ho notato che via via si vedevano le montagne, con le cime coperte da nubi grigie e bianche, il verde degli alberi della natura costituiti  da alberi di pino e castagneti, cespugli verdi e poi nell'aria si respirava l'odore che emanavano gli animali della campagna. Arrivati ai  Laghi di Monticchio abbiamo consumato il pranzo a sacco. Ho osservato l'ambiente che  con i colori dell'autunno era molto suggestivo e romantico. L'aria fresca, il verde della natura che ci circondava, rendeva il tutto molto piacevole e rilassante, utile per la distensione dell'anima. Nello specchio delle acque dei laghi si riflette un' abbazia nota come «Abbazia di San Michele" scavata in una grotta di tufo bianco, dove i monaci italo-greci si riunivano in preghiera con gli abitanti della zona. Nel tardo pomeriggio siamo andati tutti in gruppo all'hotel ristorante "La Pergola" e  dopo aver sistemato nelle stanze i bagagli siamo scesi a fare un giro per la città. Nell'aria si respirava l'odore del vino perchè sulla strada che portava all'hotel vi erano due distillerie. Rientrati in albergo e dopo aver consumato la cena ci siamo divertiti a ballare e cantare al karaoke per poi andare a dormire. La mattina seguente siamo andati a Melfi (prov. Potenza), che si trova su un complesso collinare a circa 530 metri sopra il livello del mare, alle falde del monte "Vulture". Il nome di questa città è di origine Dauno ed è legato alla Dea Afrodite, nel periodo sunnita era
"MEFITES" o "VENUSES" in onore della Dea della Bellezza alla quale erano attribuite capacità curative e tonificanti. Qui abbiamo visitato il castello che ha origini nel 1043 e fu costruito dal normanno Guglielmo Braccio di Ferro sui resti di insediamenti militari precedenti. Il castello è stato il centro della vita politica quando Melfi era capitale della contea normanna. La pianta del castello era quadrangolare con agli angoli le quattro torri, anch'esse quadrate, con l'ingresso rivolto ad ovest. Sotto la dominazione di Federico II, viene realizzata la torre dell'Imperatore detta "sette venti" oppure "delle prigioni" e l'ingresso viene spostato ad est. All'interno del castello c'è un percorso archeologico antico dove vi sono reperti dell'VIII - VI sec. a. C. delle popolazioni Daune. Mi è rimasta impressa la tomba o meglio il sarcofago romano rinvenuto in agro di Rapolla nel 1856. Mi sono piaciuti i particolari artistici scolpiti sulla tomba come una fanciulla che dorme coperta da un velo sulla parte bassa,  un cane scolpito come segno di fedeltà, che aveva avuto la regina nei confronti del marito e le tante divinità mitologiche raffigurate. Poi abbiamo potuto ammirare la chiesa della « Misericordia» e  il campanile sul quale vi erano raffigurate due figure leonine simbolo della fierezza del popolo normanno. Questa visita guidata mi ha dato la possibilità di conoscere  come gli antichi normanni hanno lasciato ai giorni nostri l'impronta del loro passaggio ammirando chiese e castelli, così come  pitture ad olio e affreschi. Il passato è la radice delle nostre origini.