La festa di San Vito

Il 13 febbraio a Lequile si festeggia “Santu Itu Piccinnu”: in questa giornata si accende la focara, per ricordare un miracolo avvenuto durante un nubifragio che distrusse il campanile della Chiesa senza fare danni alle case. Un’usanza molto diffusa era comprare tramite una piccola offerta in denaro, le braci in modo da ottenere la protezione del Santo. La mattina c’è la processione senza ori del Santo. Il martedì di Pasqua si festeggia la traslazione della reliquia da Napoli a Lecce per ricordare quella che ci fu da Napoli a Lecce secoli fa. Infine la quarta domenica di giugno, la terza festa che vede la partecipazione anche delle persone dei paesi limitrofi, con i bambini vestiti come il Santo.
Andrea Monferrini

A Lequile si festeggia San Vito per commemorare il giorno in cui salvò il paese da un nubifragio, lasciando intatte le case e danneggiando solo la Chiesa. Anche le persone furono risparmiate. Durante la festa di San Vito Piccolo si accende il falò e si cambiano le bandiere nei pressi della statua. La quarta domenica di giugno, durante la festa di San Vito Grande c’è la fiera che richiama gente dai paesi limitrofi e il martedì di Pasqua si festeggia San Vito Menzani.
Angelo Belligiano

Durante la festa di San Vito è usanza accendere la focara, un grande falò. Al termine della serata le persone portavano un braciere e andavano vicino al falò per prendere, in cambio di un’offerta un po’ di brace, in modo che il Santo le proteggesse. C’era anche una Messa di ringraziamento, la festa della cuccagna ed il bacio della reliquia. I bambini venivano vestiti con l’abito del Santo, si inginocchiavano vicino alla sua statua e chiedevano la grazia. Questa festa è un atto di ringraziamento per essere scampati ad un terribile nubifragio temporalesco, che distrusse il campanile della Chiesa.
Daniela Cappello

La prima festa di San Vito ha luogo il 13 febbraio ed avviene perché la popolazione di Lequile scampò ad un nubifragio, nel quale si registrarono danni alla Chiesa ma rimasero illese persone, animali e case. La domenica della festa si usa portare in processione la statua del Santo, in serata accendere un falò con delle fascine e dare un’offerta per prendere un po’ di brace. Altra usanza è il cambio delle bandierine nei pressi della statua, rosse a simboleggiare il martirio.
A. P.

San Vito si festeggia tre volte: San Vito Piccolo, San Vito Menzanu e San Vito Grande. Durante la festa di San Vito Piccolo passa la banda, si cambiano le bandiere sulla statua, si suonano i tamburi e c’è una piccola processione. Durante San Vito Menzanu c’è il Corteo Storico e durante San Vito Grande c’è proprio la festa grande e la fiera.
Maria Concetta Tondo

A Lequile si festeggia San Vito perché salvò il paese e la gente da un nubifragio, il quale colpì solamente la Chiesa e ciò fu interpretato come una sorta di miracolo. La sera della vigilia si porta la statua del santo dalla Chiesa Matrice alla sua cappella. Si accende un grande falò realizzato con le fascine e i devoti portano il Santo a spalla in processione. Finito ciò prendevano un braciere e in cambio di un’offerta ricevevano i tizzoni ardenti, simbolo della protezione del Santo. Il martedì di Pasqua continuano i festeggiamenti che hanno origine da una visita del Vescovo Sozy Carafa a Napoli. Nella terza festa è caratteristica l’usanza delle mamme di vestire i figli con l’abito di San Vito.
Sabrina Caragnulo

La festa di San Vito si celebra in tre date diverse: il primo Santo detto “Santu Itu piccinnu” è un atto di ringraziamento che i Lequilesi associano al Santo per averli salvati da un forte nubifragio che portò danni solo alla Chiesa senza sfiorare altre cose né persone. 
Rosanna Faggiano
A Lequile si festeggia San Vito e si ricorda questa festa per un nubifragio che danneggiò la cupola ricoperta di ceramiche e fece crollare il campanile, salvando tutta la popolazione. 
Cosimo Greco

A Lequile si festeggia il Santo Patrono in tre date: il 13 febbraio, il martedì di Pasqua e la IV domenica di giugno. In particolare il 13 febbraio si festeggia per ricordare la data in cui un temporale buttò giù la cupola della Chiesa senza danneggiare nessun’altra persona ed edificio. Nella stessa data in suo onore si accende la “focara” e al rientro della processione si celebra la Messa solenne per poi riportare la statua nella Chiesa.
Chiara Quarta 

La festa di San Vito ha origini molto antiche e per i Lequilesi è molto importante. La prima delle tre feste inizia la sera della vigilia, con la statua del Santo che viene riportata nella sua cappella. Con grande passione e devozione si  organizza un grande falò: dalle campagne i devoti portano sulle spalle grandi quantità di fascine e si fa la processione, dopo la quale si svolge il rito delle bandiere, prevalentemente di colore rosso a simboleggiare il martirio del Santo.  Il martedì di Pasqua viene festeggiato il ricordo della traslazione della reliquia del Santo, ottenuta nel 1713 grazie all’intercessione del Vescovo Sozy Carafa. La IV domenica di giugno si festeggia per la terza volta San Vito con un’ultima processione. Per i Lequilesi, insomma, San Vito non si tocca! La tradizione continua… Alla prossima!
Monica Spagnolo 

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