Visita al museo di Ceglie Messapica

                        

 

                                                                                                                                         La   città di Ceglie Messapica è situata nella valle d’Itria che comprende anche Cisternino,Ostuni,  Fasano, Carovigno, Villa Castelli e San Michele salentino: siamo nei paesi del bianco e dell’azzurro, una galassia di centri storici dove tutto è inverosimilmente bianco e  dovunque un sole accecante , una luce senza ombre, senza mezzi toni. La città si raccoglie sul cocuzzolo del suo colle laddove sorgeva l’antica città messapica offrendosi al visitatore con una possente scenografia. La possente mole del castello svetta sulle bianche case del popolo e nel silenzio raccolto delle piazze negli stretti vicoli animati da coloriti conversari  si diffondono stuzzicanti i profumi di una gastronomia dai richiami irresistibili. Nel museo di Ceglie abbiamo potuto ammirare un calco di un terreno dove sono state rinvenute ossa, feci, sono antichissime  risalgono addirittura al periodo paleolitico prima ed al neolitico poi. Dalle feci degli animali e dalle loro ossa si può dedurre che vi erano iene, lupi cervi, lepri e cavalli selvatici che venivano usati come cibo. Le  impronte fossili rinvenute nell’area di donna Lucrezia ci indicano come alla fine del cretacico superiore (circa 70 milioni di anni fa)  il territorio era compreso nella piattaforma “carbonatica appula”, una delle isole di un arcipelago con scogliere rudiste (molluschi bivalvi) e bacini poco profondi dove rimasero imprigionati pesci appartenenti alla famiglia dei clupeidi. In questa stessa area, come ci documentano dei manufatti bifacciali e gli strumenti tipici dei cacciatori neandertaliani favorì lo sviluppo di aree di lavorazione di strumenti litici in un periodo forse già riferibile al paleolitico medio inferiore. Tana delle iene è una cavità carsica costruita da depositi continentali riferiti ad un periodo di glaciazione instabile che copre un’era che va dai 65.000 ai 25.000 anni fa.Scarsamente frequentato nel neolitico, il territorio di Ceglie Messapica diviene un’area di forte presenza neolitica, con gruppi di allevatori che frequentano le numerose cavità carsiche dall’interno, lasciandoci testimonianze per lo più funerarie. Il rinvenimento di trentaquattro asce levigate in pietra ci lascia supporre forse delle tensioni già in atto fra le popolazioni protostorico.L’insediamento di masseria San Pietro rappresenta la maggior testimonianza nel territorio di Ceglie dell’occupazione del territorio medesimo già nell’epoca del Ferro, l’età che corrisponde alla formazione ed alla definizione della civiltà messapica. I corredi funerari oltre alle monete ed ai rinvenimenti epigrafici consentono un inquadramento dall’età arcaica all’età Ellenistica, mancando allo stato attuale delle conoscenze  di riferimento al periodo successivo.Notevole il monumento funerario a Naiskos  una delle più importanti scoperte nell’ambito della scultura ellenistico tarantina. Un intero settore è dedicato all’impianto difensivo cui avevano dedicato attenzione De Giorgi Ribezzo e Coco, costituito da una corona di “specchie” inserite in un sistema di difesa complesso, ancor oggi visibile. Specchie e Paretoni (così sono oggi  definite le cinte murarie), erano state da tempo individuate, ma solo oggi sono considerate in reciproca connessione tra loro.